Una delle chiavi per il successo e per valorizzare il proprio modello di business è l’adozione di un approccio cosiddetto Open Innovation. In particolare con questo termine ci si riferisce ad un modello di sviluppo secondo il quale le imprese, per creare più valore e competere meglio sul mercato, non possono basarsi soltanto su idee e risorse interne ma hanno il dovere di ricorrere anche a strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università o istituti di ricerca.
Tra le grandi realtà aziendali dell’ecosistema Italia, Ducati rappresenta un importante caso di successo per mostrare come questo modello possa garantire risultati in chiave di sviluppo tecnologico. Dopo le vittorie in Austria e oggi a Silverstone, GP di Inghilterra, Andrea Dovizioso è anche tornato in testa al mondiale della classe regina MotoGP: oltre al talento del pilota e naturalmente dei tecnici, come vi abbiamo raccontato proprio su queste pagine nei successi nel Motomondiale c’è proprio la testimonianza di questo approccio aperto con il contributo di una startup – Megaride – che aiuta a ottimizzare l’uso dei pneumatici in pista durante le prove e poi gara.
Ducati, fin dalla sua fondazione avvenuta nel 1926, ha saputo crescere nel tempo proprio grazie all’implementazione di nuovi paradigmi tecnologici che sono un punto cardine del processo produttivo. La casa motociclistica nel solo 2016 ha consegnato 55.451 moto ai suoi clienti in tutto il mondo, registrando per il settimo anno consecutivo un aumento delle vendite (+1,2 per cento) : il fatturato ha raggiunto 731 milioni di Euro, con un aumento del 4,1 per cento rispetto all’esercizio 2015.