E’ un tool in grado di monitorare ed analizzare il comportamento degli pneumatici a contatto con la superficie stradale, elaborando in tempo reale i dati acquisiti dai sensori standard di bordo, grazie all’ausilio di algoritmi e modelli fisici. Di fatto, quindi, riesce a trasformare un veicolo testato in pista in un vero e proprio laboratorio mobile, by-passando così i costosi controlli sperimentali che di solito si effettuano presso le strutture esterne dotate di banchi prova. A svilupparlo è stato il gruppo di ricerca Vehicle Dynamics del dipartimento di Ingegneria industriale della Federico II di Napoli, che dopo anni di collaborazione con i più importanti marchi dell’automotive e con vari team corse del motorsport, il 21 giugno dello scorso anno ha creato uno spin off accademico.
L’hanno chiamato MegaRide, e la maiuscola che divide la parola diventa l’anello di congiunzione tra le radici, l’appartenenza al territorio orgogliosamente rivendicata, e una tecnologia fortemente innovativa che spalanca le porte al futuro. Perché Megaride è il nome dell’isolotto (quello di Castel dell’Ovo) su cui si sarebbe arenato il corpo della sirena Partenope, dando origine al primo insediamento della NeaPolis; ma letto con una pausa e pronuncia inglese restituisce l’idea di una “grande corsa”.
Come quella di Flavio Farroni, 31 anni, il Ceo dello spin off, che lavora al progetto sin dalla tesi di laurea discussa nel 2010, e poi ha approfondito il tema durante gli anni del dottorato. Ha rifiutato ricche offerte di lavoro dall’Inghilterra, da prestigiosissime aziende del settore, per rimanere in trincea a Napoli con un modesto assegno di ricerca alla Federico II: “Amo la mia città – spiega – ed ero convinto che si potesse costruire qualcosa di importante anche rimanendo qui”. I fatti sembrano dargli ragione: nel 2014 si è aggiudicato la medaglia d’argento al Vehicle Dynamics International Awards; e nel febbraio del 2015, il titolo di “Young scientist of the year”, assegnato dalla Tire Technology Conference di Colonia, il più importante evento scientifico internazionale dedicato al settore degli pneumatici.
Intanto, in soli sette mesi MegaRide ha fatto incetta di premi e riconoscimenti: primo classificato alla finale di Start up Campania; e poi il premio Shark Bites al Pni (Premio nazionale per l’innovazione) di Modena, organizzato dall’Associazione italiana degli incubatori universitari, che contempla un investimento azionario di 50mila euro, condizionato all’esito di processi di due diligence e negoziazione.
Del team fanno parte altri due membri: Francesco Timpone, ricercatore confermato, e il dottorando Aleksandr Sakhnevych. “Abbiamo già un cospicuo pacchetto di clienti – racconta Farroni – per gestirli ci avvaliamo della collaborazione di studenti e tesisti, che così cominciano a maturare un’esperienza preziosa per il loro futuro professionale”.
E come sottolinea Timpone, l’obiettivo è anche quello: “Vogliamo che lo spin off diventi un ponte tra l’ateneo e il mondo del lavoro, per offrire nuove opportunità ai neo-laureati. Perché il mercato li pretede già esperienziati, ma se non ci sono occasioni come se la fanno l’esperienza?”.
Pietro Falco